2022

Prefazione
Eric Charpentier

Éric Charpentier
Presidente del Consiglio di amministrazione

Premessa del presidente del Consiglio di amministrazione

Gentili clienti, care collaboratrici e cari collaboratori,

il 2022 è iniziato con la speranza di un ritorno alla normalità dal punto di vista economico e sanitario. Ma la guerra in Ucraina e il ritorno dell’inflazione ci hanno ricordato, se mai fosse stato necessario, che il contesto geopolitico mondiale è ormai contrassegnato dall’instabilità e dall’incertezza.

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Le ripercussioni sul prezzo dell’energia e delle materie prime sono state repentine e sono andate ad aggiungersi agli effetti combinati della ripresa vigorosa della domanda nel 2021 e delle costanti, forti interruzioni nelle catene di approvvigionamento. Di fronte a queste pressioni inflazionistiche, le banche centrali hanno reagito accelerando il ritmo del rialzo dei tassi, finendo per favorire una marcata volatilità in tutte le borse.

In questo contesto siamo rimasti più che mai attenti alle esigenze della nostra clientela. Il nostro approccio al mercato, unico nel suo genere, e la nostra capacità di attuare soluzioni su misura per sostenere efficacemente i progetti della nostra clientela ci hanno permesso di superare brillantemente questo traguardo.

Inoltre, abbiamo proseguito lo sviluppo di alcune nostre attività principali, come l’attuazione di una partnership con la società Stableton Financial, che denota un passo importante verso la democratizzazione degli investimenti innovativi. Questo ampliamento del nostro assortimento di prodotti, che sarà ulteriormente completato quest’anno attraverso le sinergie garantite dalla nostra casa madre, Crédit Mutuel Alliance Fédérale, rispecchia appieno la nostra filosofia: fornire prestazioni di valore aggiunto. Abbiamo anche avuto il piacere di festeggiare il 25° anniversario della nostra succursale di Lugano, a testimonianza del forte radicamento in Ticino.

Nonostante il contesto economico incerto, abbiamo ottenuto risultati in linea con le nostre aspettative. Il totale di bilancio si è leggermente ridotto a poco meno di 13 miliardi di franchi. Il volume dei crediti è aumentato del 2,9% a CHF 9,7 miliardi e l’afflusso netto dei nuovi capitali ammonta a CHF 1,2 miliardi. Con ricavi operativi per CHF 190,6 milioni, la Banca registra un miglioramento dell’8,8% rispetto all’anno precedente. Il risultato d’esercizio ammonta a CHF 41,2 milioni e l’utile netto è di CHF 26,2 milioni. Anche i fondi propri sono in aumento e totalizzano CHF 820 milioni, superando nuovamente i requisiti di legge.

Con profondo rammarico abbiamo rilevato alcune irregolarità commesse nella nostra succursale di San Gallo, per un valore di CHF 25 milioni (0,2% del bilancio). Dopo aver individuato questo evento isolato, il Consiglio di amministrazione ha immediatamente adottato tutte le misure necessarie. Tutte le procedure di controllo interno sono state ulteriormente rafforzate.

È opportuno sottolineare che la Banca CIC (Svizzera) SA poggia su fondamenta molto solide. La sua casa madre, il gruppo mutualistico e cooperativo Crédit Mutuel Alliance Fédérale, vanta un CET1 del 18,2%, il più alto tra le banche francesi, oltre a capitali propri per EUR 56,7 miliardi. Il suo statuto speciale di banca che persegue una precisa missione è garanzia del rispetto di valori forti e del suo impegno per una società migliore.

Il gruppo Crédit Mutuel Alliance Fédérale, protagonista di punta sul mercato della bancassicurazione, non è quotato in borsa ed è quindi al riparo da ogni speculazione, garantendo così stabilità e sostenibilità. Le sinergie e la buona collaborazione con la casa madre hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo della Banca CIC (Svizzera) SA e proseguiranno anche in futuro. Il gruppo sostiene la crescita della sua affiliata svizzera salvaguardandone le specificità regionali e nazionali e permettendole di conservare il proprio centro decisionale in Svizzera.

Dal 1° febbraio 2023 la Direzione generale della Banca è affidata a Livia Moretti nella funzione di CEO. Livia Moretti ha una vasta e solida competenza manageriale, bancaria e finanziaria a livello internazionale. Sotto la sua direzione, la Banca CIC (Svizzera) SA punta a conseguire obiettivi ambiziosi, rafforzando il proprio sviluppo al servizio della clientela.

Ringrazio tutto il personale della Banca CIC per il grande impegno profuso per la soddisfazione della nostra clientela. Continueremo a fare tutto il possibile per meritarci la fiducia della clientela e per costruire con essa una relazione di lungo termine.

Il Consiglio di amministrazione e la Direzione della Banca CIC si adopereranno per garantire l’alto livello della consulenza e la prossimità costante alla clientela, al fine di individuare soluzioni su misura per ogni esigenza finanziaria.

Siamo lieti di lavorare insieme per il nostro futuro comune.

Éric Charpentier

Éric Charpentier
Presidente del Consiglio di amministrazione

Cifre e fatti

- miliardi

Totale di bilancio (CHF)

Struttura dei ricavi
Sviluppo dell'utile da commissione
2018 2019 2020 2021 2022
Cosa dicono i nostri collaboratori

Testimonianze

Tre collaboratori ci parlano della loro vita quotidiana e ci offrono una visione unica.

Flaka Dervisaj, Head Account Opening
18 414 sono le aperture di conto che io e il mio team Ouverture de compte abbiamo eseguito nel 2022. La percentuale maggiore, cioè la clientela Retail, si deve alla collaborazione con la nostra casa madre. Ma lo scorso anno è notevolmente aumentata anche la quota di aperture effettuata dai consulenti alla clientela o dai clienti stessi. In Svizzera, tutte le aperture fanno capo a noi qui a Basilea.

Andrea Manco, Operating & Databases Specialist
Nel nostro sistema bancario principale gestiamo circa 60 milioni di notifiche all’anno. Nel 2022 sono state esattamente 59 821 753. Ad esempio, ogni fattura pagata o incassata da un cliente viene gestita con una notifica. Le notifiche rappresentano un elemento essenziale della gestione quotidiana dei sistemi e delle attività della Banca CIC.

Emilie Farruggio, Credit Center Specialist
Il nostro team Administration des crédits in Svizzera di 12 persone ha avviato 1 410 contratti di credito nel 2022. Questo importante lavoro rispecchia e favorisce lo sviluppo della banca in tutta la Svizzera. È frutto dell’impegno e di un lavoro costante con il fronte e di una comunicazione eccellente con tutte le parti in causa. Permettiamo così alla nostra clientela di realizzare i propri sogni, mettendo a sua disposizione una liquidità elevata.

Retrospettiva e previsioni di mercato
Mario Geniale

Mario Geniale
Head Investments della Banca CIC (Svizzera) SA

Luca Carrozzo

Luca Carrozzo
Chief Investment Officer della Banca CIC (Svizzera) SA

Retrospettiva e previsioni di mercato

Mario Geniale e Luca Carrozzo riassumono i principali eventi verificatisi sui mercati finanziari nel 2021 ed enunciano alcune tesi con riferimento agli sviluppi politici ed economici per il 2022.

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L’anno 2021 è stato straordinariamente soddisfacente per gli investimenti. Rispetto all’esercizio precedente lo Swiss Market Index è salito del 23,73% e anche le azioni americane ed europee hanno registrato una performance estremamente positiva, con incrementi rispettivamente del 29,85% e del 23,66%.

Il 2022 è stato straordinariamente impegnativo per gli investimenti. Sorprendentemente, sia le obbligazioni sia le azioni hanno registrato un andamento negativo, una particolarità che si è verificata solo tre volte negli ultimi 100 anni: nel 1931, nel 1969 e nel 2022. Generalmente tra le due classi di investimento, obbligazioni e azioni, esiste una correlazione negativa che permette di diversificare i portafogli e quindi di proteggerli. Così, per i portafogli composti esclusivamente da azioni e obbligazioni, il 2022 è stato uno degli anni peggiori da un secolo a questa parte. Lo scorso anno lo SMI ha perso 14,29%, mentre l’indice obbligazionario svizzero ha subito una flessione di 12,10%.

Lo sviluppo negativo del 2022 è il risultato di un’era che volge al termine. Dal 2008, la Banca nazionale svizzera, la Banca centrale europea e la Federal Reserve statunitense da sole hanno riversato sui mercati finanziari liquidità per circa 15 500 miliardi di dollari statunitensi. Nel frattempo, le investitrici e gli investitori si sono abituati a questa liquidità. Ma la pandemia di COVID-19, la guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei prezzi al consumo hanno interrotto questo trend. Le banche centrali cercano di riportare l’inflazione a livelli ragionevoli, aumentando i tassi di riferimento e attuando una politica monetaria più restrittiva. Dopo tanti anni di tassi bassi, le investitrici e gli investitori devono abituarsi al nuovo contesto.

È iniziata una nuova era per gli investimenti. Le banche centrali sottraggono liquidità al mercato e i tassi di riferimento vengono gradualmente aumentati. Le investitrici e gli investitori devono adeguarsi alle nuove condizioni.

Con l’inizio del nuovo anno sono nuovamente disposti a rischiare e puntano soprattutto sui titoli che hanno perso lo scorso anno. Sono richiesti in particolare i growth, i ciclici e i tecnologici. L’umore positivo delle borse è sostenuto dai dati delle imprese che sono risultati leggermente migliori del previsto, oltre che dall’allentamento della pressione al rialzo sui prezzi in Svizzera, Europa e USA.

Nell’anno in corso l’attenzione sarà concentrata sulle obbligazioni, tornate a essere interessanti dopo il forte aumento dei tassi d’interesse. Preferiamo tuttora i titoli obbligazionari delle imprese svizzere con una duration tendenzialmente breve. Nel 2023 i mercati obbligazionari dovrebbero ricominciare a scontare i tagli dei tassi delle banche centrali, di conseguenza li riteniamo interessanti.

Ci attendiamo che i mercati restino volatili, ma le banche centrali opereranno in modo da non soffocare completamente la performance economica con la loro politica monetaria.

Il dollaro statunitense potrebbe indebolirsi ulteriormente a seguito delle possibili riduzioni dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. A ciò si aggiungono le maggiori incertezze riguardo al contesto geopolitico, pertanto il prezzo dell’oro dovrebbe beneficiare di ulteriore slancio.

Nella gestione patrimoniale confermiamo le nostre prospettive positive per il lungo periodo e nei portafogli puntiamo su un’ampia diversificazione delle classi di investimento. Il passato ha dimostrato che per i portafogli ben diversificati le flessioni causate da eventi legati a tensioni geopolitiche hanno solo breve durata. La selezione di aziende svizzere di qualità offre una certa protezione anche in tempi di crisi. Manteniamo singoli titoli con fondamentali forti.

Quest’anno in Svizzera diamo la preferenza ai seguenti titoli: tra i difensivi ci sembrano offrire buone opportunità Novartis, Zurich Insurance e Swiss Life. Inoltre, tra le blue chip esprimiamo la nostra preferenza per ABB, Lonza e Sika e, tra le small cap, Bachem, SIG e VAT Group. In Europa puntiamo su Sanofi, Volkswagen e Adidas, mentre negli Stati Uniti preferiamo i titoli che potrebbero beneficiare di eventuali tagli dei tassi d’interesse, come Alphabet, Amazon e Salesforce.

Riteniamo ancora molto interessanti i temi concernenti lo sviluppo nel settore alimentare, pertanto puntiamo sulle tecnologie del futuro di questo settore. I generi alimentari prodotti a livello mondiale costituiscono circa il 10% del PIL globale. Per produrre questo 10% il nostro settore alimentare genera un quarto delle emissioni globali, occupa un terzo dell’intera forza lavoro a livello mondiale e utilizza la metà dei terreni abitabili del nostro pianeta. Questa situazione deve cambiare e cambierà, favorendo nuove opportunità di investimento.

Un altro tema che ha ricevuto impulso in seguito alla situazione geopolitica attuale è la sicurezza informatica, che assieme all’aumento dei budget destinati alla sicurezza in tutto il mondo rappresenterà probabilmente una delle principali fonti di crescita in questo ambito. La sicurezza informatica diventerà inoltre un tema centrale sia per i governi che per le aziende private. Negli ultimi anni il settore ha registrato una forte ripresa e riteniamo che questo trend proseguirà.

Con dedizione al successo
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Con dedizione al successo

Chi vuole costituire un’impresa o condurla con successo nel corso degli anni oltre alla perseveranza ha bisogno di una cosa: dedizione. Per lo meno è così per i nostri due clienti Norqain e Meubles Pesse. Nonostante uno sviluppo differente, le due aziende hanno perseguito i loro obiettivi con molta passione fin dall’inizio.

Scoprite qui come il produttore di orologi Norqain si è affermato sul mercato internazionale nonostante la forte concorrenza e come il mobilificio Meubles Pesse ha superato per 80 anni ogni ostacolo incontrato lungo il cammino.

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Orologi per chi ama le sfide

L’impresa svizzera Norqain ha conquistato il mercato internazionale dell’orologeria con una «nuova narrazione». Ce la illustra il CEO Ben Küffer in occasione della visita presso la sede principale a Nidau. Inoltre ci parla di un’impresa titanica, del suo sogno di padre e della partnership con la Banca CIC.

Ben Küffer ha 35 anni ed è CEO di Norqain. Ha costituito l’impresa svizzera di orologi con sede a Nidau, presso Biel, nel 2018. Dopo cinque anni, Norqain è già presente in 178 negozi in 25 paesi in tutto il mondo. Norqain produce esclusivamente orologi da polso meccanici il cui prezzo varia da 2000 a 5500 franchi svizzeri. Per Ben Küffer e gli altri cofondatori – l’ex giocatore professionista di hockey sul ghiaccio Mark Streit e Ted Schneider, figlio dell’ex proprietario di Breitling – era chiaro fin dall’inizio che al mercato dell’orologeria non serviva un nuovo marchio. «Per questo la nostra vision è stata quella di definire una nuova narrazione che andasse oltre la tradizione e la storia, già ampiamente presenti nell’orologeria», spiega Ben Küffer. La nuova narrazione prende spunto dallo slogan «my life, my way» e, dichiara il CEO, rappresenta lo spirito di Norqain: «giovane, moderno e accessibile». Norqain produce orologi per chi ama le sfide.

Ben Küffer
Ben Küffer, Fondatore e CEO del produttore svizzero di orologi Norqain

Venti avversi dal mercato

L’orologeria è scritta nei geni di Ben Küffer. La sua famiglia produce orologi da 40 anni a Tavannes, nel Giura bernese. Lo stesso Ben Küffer ha lavorato per undici anni presso l’impresa svizzera di orologi Breitling, prima di avviare l’attività indipendente nel 2017. Cosa c’è voluto per fare questo passo? «La passione», risponde l’imprenditore. «È nella mia natura fare le cose con passione e metterci energia». Poi serve resistenza. Il primo anno, quando Norqain non era ancora sul mercato, è stato difficile. I tre cofondatori hanno sperimentato i forti venti avversi del settore. Ma l’ingresso sul mercato all’inizio del 2019 è stata la svolta per la giovane impresa, che ha chiuso un esercizio molto positivo. L’azienda ha preso piede in dodici paesi, aggiudicandosi oltre 70 rivenditori e conseguendo una cifra d’affari milionaria.

Ma l’euforia per questo successo non è durata a lungo: nel 2020 la pandemia di coronavirus ha posto l’impresa di fronte a nuove sfide. Ma Ben Küffer e il suo team hanno creduto nella loro idea e hanno continuato a investire nei prodotti. Alla ricerca di istituti di credito adeguati, Norqain ha presentato la sua vision alla Banca CIC. Da allora, la banca basilese è un partner strategico importante al fianco di Norqain. Per Ben Küffer la decisione di collaborare con la Banca CIC è stata subito chiara. Sottolinea: «Siamo rimasti molto colpiti dall’ottima comprensione della nostra vision imprenditoriale». Allo stesso modo apprezza l’intensa e ottima partnership, anche perché ha permesso a Norqain di effettuare investimenti di lungo termine. «Inoltre la Banca CIC capisce benissimo che operiamo in un contesto di mercato molto dinamico, in cui non tutto va come previsto», spiega Ben Küffer. Questa fiducia reciproca è molto preziosa.

Fin dall’inizio siamo rimasti molto colpiti dall’ottima comprensione della nostra vision imprenditoriale da parte della Banca CIC. 

Perfezionismo, sensibilità, lavoro di squadra

Nonostante lo scetticismo iniziale del marcato, Norqain ha proseguito sulla strada del successo, grazie all’inclinazione al perfezionismo e alla sensibilità per i dettagli mostrate dall’intero team, spiega Ben Küffer. «Prima di assumere decisioni importanti, riflettiamo accuratamente se la nostra idea si differenzia dalla concorrenza». Il CEO apprezza in particolare la stretta collaborazione all’interno del team Norqain. L’impresa occupa attualmente 54 dipendenti in tutto il mondo. Ben Küffer descrive la ricerca di personale adeguato presso le sedi estere un’«impresa titanica che ha richiesto molta energia». Per lui è importante che il personale sia in sintonia con l’impresa e ne sostenga i valori. Fondamentali sono una sincera cultura del feedback, la disponibilità e il buon lavoro di squadra. 

Ben Küffer
L’impresa svizzera Norqain ha conquistato il mercato internazionale dell’orologeria

Guardando al futuro, Norqain intende ampliare la rete globale di filiali e sviluppare nuovi modelli insieme a Jean-Claude Biver. Dal 2022, l’esperto imprenditore dell’orologeria ed ex CEO di Hublot supporta la giovane impresa in veste di mentore e consulente del consiglio di amministrazione.

Il sogno della quarta generazione

A proposito di futuro: sebbene il trentacinquenne Ben Küffer sia un giovane CEO, pensa già alla sua successione. «Sogno che un giorno mio figlio, che presto compirà sei anni, e mia figlia che ne ha tre rilevino l’azienda», dichiara ridendo. Una volta alla settimana la sua famiglia va a trovarlo nella sede principale. «Spero che i miei figli sviluppino la stessa passione per gli orologi che avevo io da ragazzo». Naturalmente non vuole calcare la mano, ma è sicuro che la sua famiglia sarebbe in grado di trasmettere l’entusiasmo per gli orologi anche alla quarta generazione, dopo la terza.

Quando sarà il momento di affrontare concretamente la successione di Norqain, Ben Küffer sa di poter fare affidamento sul suo consulente presso la Banca CIC.

Francis Pesse

Dietro le quinte di Meubles Pesse, specchio delle nostre vite

Alcuni nomi sono dei veri e propri punti di riferimento nel panorama imprenditoriale della Svizzera romanda: come Pesse, la cui omonima azienda familiare dal 1941 accompagna generazioni di clienti nella scelta degli arredi. Francis Pesse, direttore di Meubles Pesse, ci racconta l’evoluzione della sua azienda, dalla creazione fino alla recente cessione.

Quando incontriamo Francis Pesse nei locali della Banca CIC a Losanna, restiamo subito affascinati dalla passione e dall’amore che quest’uomo affabile ed elegante prova per il proprio lavoro. La sua storia va ben oltre il commercio di mobili.

Marius e Anne-Marie Pesse, i suoi genitori, aprirono il loro primo negozio a Romont (Friburgo) nel 1941. Nel 1970, dopo la morte del padre, Francis prese le redini dell’azienda insieme al fratello Roland e ne assunse la direzione. Suo figlio Samuel lo assiste da quasi 30 anni. Nel tempo, l’impresa a conduzione familiare è cresciuta fino a diventare un punto di riferimento per i mobili di qualità in Svizzera, di quelli che durano tutta la vita. Da locale a nazionale, il marchio si è imposto sul mercato come il più grande attore indipendente della Svizzera romanda, adattandosi più alle esigenze dei suoi clienti che alle mode del momento. I desideri sono cambiati, così com’è cambiato Meubles Pesse.

Lavoro come valore di vita

La passione di Francis Pesse iniziò a prendere forma da ragazzo quando, nei mercati della regione di Monthey, vendeva articoli casalinghi. Per lui era fuori discussione seguire una strada diversa da quella dell’azienda di famiglia: sarebbe diventato un venditore di mobili di qualità, esattamente come suo padre.

Testimone in prima fila insieme al fratello Roland dell’evoluzione della società attraverso l’arredamento, ricorda gli anni in cui le persone andavano a comprare tutti i mobili per il loro matrimonio e osserva con pragmatismo come sono cambiate le abitudini di consumo dagli anni Settanta. «Conservo ancora il registro con l’elenco di tutti gli sposi a cui ho venduto i mobili della loro prima casa ed è divertente rileggerlo oggi, soprattutto perché alcuni di loro sono rimasti clienti per decenni! Oggi non funziona più così, probabilmente i giovani danno meno importanza agli spazi interni e li realizzano poco a poco in base alle loro possibilità», spiega Francis Pesse. Poco male, perché ci sono soluzioni per tutte le tasche e, in fatto di servizio alla clientela, la famiglia Pesse non scherza: un’ampia gamma di arredi, il montaggio, la consegna e il servizio personalizzato sono tutte garanzie di qualità che rendono questo marchio un’eccellenza assoluta della Romandia.

Francis Pesse
Francis Pesse, membro della famiglia fondatrice dell'ex negozio di mobili Meubles Pesse SA

Business sì, ma non a tutti i costi

«Sono cresciuto gradualmente, senza bruciare le tappe e con grande rigore. Credo che un buon imprenditore debba essere più un fondista che un velocista. Oggi l’azienda ha 80 anni e conta circa 70 collaboratori, 15 000 m2 di spazio espositivo e un centro logistico di 6000 m2 a Monthey: io e mio figlio Samuel ne siamo molto fieri. Ma ci sono voluti molto coraggio e tenacia per arrivare fin qui!», confessa.

Se c’è una cosa a cui Francis Pesse tiene particolarmente nel suo lavoro oltre all’ascolto, è il rapporto con gli altri. Innanzitutto con i suoi clienti, per i quali è sempre disponibile in caso di necessità, ma anche con i partner chiave per lo sviluppo della sua azienda, tra cui la banca. «La Banca CIC ha accompagnato Meubles Pesse lungo tutto il suo percorso, in particolare grazie al rapporto di fiducia che abbiamo instaurato con Maurizio Pierazzi, responsabile Attività specializzate, che ci ha seguito durante il processo di vendita. Andiamo molto d’accordo e questo è fondamentale per me, soprattutto quando si devono prendere decisioni importanti».

Secondo l’imprenditore, il mercato svizzero dell’arredamento ha un grande potenziale, a patto che non si perda di vista la vicinanza alla clientela. Con il Covid tutto è diventato digitale, quindi i rapporti umani si sono diradati, sostiene con grande rammarico.

La Banca CIC ha accompagnato Meubles Pesse lungo tutto il suo percorso, in particolare grazie al rapporto di fiducia che abbiamo instaurato con il responsabile Attività specializzate, che ci ha seguito durante il processo di vendita.

Alti e bassi che forgiano

Francis Pesse ammette che neppure la sua azienda è scampata alle turbolenze dei tempi. Tuttavia, per superare i momenti di difficoltà, non c’è niente di meglio della qualità sia nei prodotti che nel servizio personalizzato ai clienti. È proprio questa l’essenza di un marchio fiorente come Meubles Pesse.

Una delle grandi sfide di Francis Pesse è stata la ricerca costante di soluzioni per lo sviluppo dell’impresa, mantenendone al contempo i valori fondanti. «Prima di tutto abbiamo dovuto trovare un terreno e iniziare a costruire mattone su mattone un primo negozio, le cui vendite sono crollate nel 1974 a causa della crisi petrolifera. Fortunatamente nel 1978 le vendite sono riprese a ritmi sostenuti e siamo riusciti a raddoppiare la superficie di vendita e a costruire un magazzino... fin quando, nel 1982, il negozio in città è andato in fiamme. Così abbiamo dovuto ricostruire tutto, sempre con l’incrollabile volontà di crescere, espanderci e contare sempre più clienti soddisfatti».

L’esperienza di tutta una vita: più di un semplice passaggio di consegne

Se non si è posto il problema di cedere l’azienda al figlio Samuel, è soprattutto perché quest’ultimo non ha mai voluto rilevare l’azienda e diventare un giorno il numero 1 di Meubles Pesse. Eppure ha trascorso 30 anni al fianco del padre Francis, che spiega: «Samuel ha sempre sostenuto che la sua avventura sarebbe terminata quando io me ne sarei andato, nonostante tutto lo straordinario lavoro che ha fatto nel corso degli anni», dice sorridendo. «Dovevamo trovare una soluzione, così la Banca CIC ci ha aiutati nella ricerca di un potenziale acquirente».

La famiglia Pesse, che voleva assicurare un futuro sostenibile alla propria azienda d’arredamento, ha scelto di venderla a XXXLutz Suisse nel settembre 2022.

2022