perspectives 02/2025

Ogni giorno i media parlano di «circo politico». In un mondo caratterizzato da tensioni geopolitiche e giochi di potere onnipresenti, gli eventi internazionali attuali ricordano davvero uno spettacolo circense.

Anche noi gestori patrimoniali assistiamo a uno spettacolo affascinante e allo stesso tempo caotico, in cui artisti di diversi paesi danno sfoggio delle loro abilità. Gli stati e i rispettivi rappresentanti si esibiscono sulla scena globale e davanti al pubblico perseguono come artisti i propri interessi e allo stesso tempo tengono d’occhio le reazioni degli altri protagonisti.

La scena geopolitica è spesso caratterizzata da incertezze e gli attori devono adattarsi rapidamente ai cambiamenti. È accaduto recentemente quando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno avuto alla Casa Bianca un acceso dibattito sulla gratitudine e sugli accordi sulle materie prime. Queste dinamiche sono emerse anche a Londra durante l'incontro della «coalizione dei volenterosi», in cui si è definito di esercitare maggiori pressioni su Mosca e di concedere all’Ucraina garanzie di sicurezza. Svolte inattese e conflitti possono verificarsi in qualsiasi momento, sconvolgendo gli equilibri di potere e i mercati globali.

 

Tutto ciò conduce a un punto centrale: il mondo finanziario. Le investitrici e gli investitori sono come gli spettatori al circo: reagiscono alla rappresentazione degli attori sulla scena geopolitica, rimanendone spesso sorpresi. Investimenti, accordi commerciali, dazi punitivi, accordi sulle materie prime e sanzioni economiche influenzano non solo la stabilità dei singoli paesi, ma anche l’equilibrio economico globale. Geopolitica e finanza sono innegabilmente interconnesse e comprendere queste relazioni è fondamentale per analizzare gli sviluppi attuali e futuri.

 

Il nostro compito di gestori patrimoniali è comprendere il complesso mondo della geopolitica e della finanza cercando di interpretarlo abilmente. Diventa quindi evidente il forte parallelismo con gli spettacoli spesso imprevedibili di un circo. Per concludere, vorrei dare a voi care lettrici e cari lettori questo consiglio: non lasciatevi turbare dal caos della scena mondiale. Anche in questo caso vale la regola che gli sconvolgimenti geopolitici hanno un impatto di breve durata sull'andamento delle borse.

 

Luca Carrozzo

CIO

Pro­spet­ti­ve per l’e­co­no­mia na­zio­na­le

Negli ultimi tempi la Svizzera ha beneficiato di una crescita economica solida e ampiamente sostenuta. Tuttavia, gli indicatori anticipatori non segnalano un’accelerazione significativa dell’economia nei prossimi mesi. Anche la Segretaria di Stato dell’economia (SECO) prevede un prodotto interno lordo appena dell’1,4% quest’anno. Tuttavia, i rischi commerciali e geopolitici, da un lato, e una politica fiscale europea potenzialmente più espansiva, dall’altro, pesano sull’accuratezza delle previsioni economiche. In Svizzera, la pressione sui prezzi al consumo resta bassa, pertanto la Banca nazionale svizzera ha allentato la propria politica monetaria per la quinta volta consecutiva a marzo.

 

La capacità di autodifesa dell’Europa

La fiducia negli Stati Uniti come partner affidabile dell’Europa si è già incrinata sotto il nuovo governo USA. Alla luce di questo sviluppo, l’enorme dipendenza dalla macchina difensiva americana rappresenta un problema. Tuttavia, l’emancipazione europea in questo ambito sarà probabilmente difficile, poiché le alternative non sono né economicamente convenienti né realizzabili a breve termine. Ciò nonostante sembra che in Europa si stia delineando una nuova era della politica finanziaria. La presidente della Commissione europea von der Leyen ha recentemente presentato una proposta di 800 miliardi di euro per rafforzare la difesa europea e anche il governo tedesco pianifica per il futuro investimenti per centinaia di miliardi in armamenti e infrastrutture.

 

Simili spese hanno sicuramente il potenziale di influire positivamente sulla crescita economica europea e rilanciare le borse. Il prezzo da pagare sarà però un ulteriore aumento del debito pubblico. Com’è noto, per la sostenibilità del debito pubblico non è determinante un certo livello, ma piuttosto la fiducia dei creditori nella capacità di rimborso del debitore. Proprio qui sta il problema, perché un paese con un debito elevato si espone di fatto all’umore dei mercati e questo non può essere né calcolato né previsto. (muc)

Mer­ca­ti

Atteso un movimento laterale volatile

Nel primo trimestre, le borse in Europa e in Svizzera hanno registrato guadagni a due cifre, mentre le azioni statunitensi hanno dovuto digerire gli elevati guadagni dell’anno precedente. Nel secondo trimestre, le incertezze relative alla politica commerciale, all’andamento dell’economia e dell’inflazione e la guerra in Ucraina favoriranno ulteriori fluttuazioni dei prezzi. Poiché vi sono sia rischi sia opportunità, per i mercati azionari prevediamo complessivamente un movimento laterale. Fintanto che gli interessi diminuiscono o, come in Svizzera, restano bassi, le borse ne beneficeranno. (bae)

Azioni Svizzera

Grazie ai guadagni di prezzo del 20% dei due pesi massimi difensivi dell’indice, Roche e Nestlé, dall’inizio dell’anno la performance del mercato azionario svizzero è stata eccellente nel confronto internazionale. Poiché la BNS ha ridotto il tasso guida allo 0,25%, in Svizzera è già di nuovo in atto una crisi degli investimenti. Eventuali ribassi dei prezzi dovrebbero quindi essere usati sistematicamente per fare scorta di azioni di prima categoria. Tra i titoli a grande capitalizzazione, i nostri preferiti sono ABB, Sika e Richemont; tra le small cap puntiamo su Tecan, VAT Group e Accelleron. (bae)

 

Azioni Europa

Il 6 marzo 2025 la BCE ha di nuovo abbassato i tassi di riferimento. Per il 2025 si prevede ora una minore crescita del PIL e una maggiore inflazione (2,3% anziché 2,1%). Sulla base del più vasto programma di armamenti e infrastrutture dell’UE mai visto prima, con un volume di 800 miliardi di euro, prevediamo tuttora uno sviluppo positivo del mercato. Puntiamo sui titoli ciclici e sensibili ai tassi d’interesse, oltre che su titoli di qualità. Per l’Europa consigliamo ASML, Sanofi e Schneider Electric. (wan)

 

Azioni USA

Per le borse USA, l’anno ha avuto un inizio insolitamente debole e volatile. I motivi principali restano i dati economici tuttora solidi e le politiche del presidente Trump, che tiene l’economia globale sulle spine con la minaccia di dazi sulle importazioni di merci estere. Prevediamo ancora un movimento laterale volatile dei mercati fino alla ripresa dei tagli dei tassi di interesse negli Stati Uniti, attesa per i mesi estivi. Per l’anno borsistico 2025 restiamo ottimisti. Consigliamo i titoli NVIDIA, Merck e Alphabet. (amm)

 

Obbligazioni

Mentre la Banca nazionale svizzera ha abbassato ancora una volta il tasso guida a marzo, nel 2025 la curva nazionale dei rendimenti è salita significativamente a partire dalla scadenza di 12 mesi. In particolare, i piani di politica fiscale in Europa hanno destato la speranza di una crescita più forte nell’eurozona in futuro e, soprattutto, di un aumento dei prezzi. Ne è conseguito un aumento degli interessi in Svizzera e in Europa che ha gravato sui mercati obbligazionari. Sebbene siamo positivi riguardo al futuro andamento delle obbligazioni svizzere, nel 2025 il potenziale di prezzo potrebbe rimanere limitato. La nostra attenzione si concentra sulle obbligazioni societarie di debitori solidi a breve scadenza. (muc)

 

 

 

Autori:

Marc Ammann (amm), Roger Baumann (bae), Luca Carrozzo (cal), Andreas Weiss (wan)