perspectives 04/2024
Immaginatevi questo scenario: nella sala riunioni di una banca centrale, le alte e gli alti responsabili decisionali, nei loro completi, riflettono sull’opportunità di premere il pulsante magico dei tassi di interesse per rilanciare la crescita economica. Un po’ come se si chiedessero: «Dobbiamo offrire all’economia una tazza di caffè o è meglio somministrarle direttamente un doppio espresso?». Mentre i tassi d’interesse di riferimento calano, cresce la speranza che le imprese e i consumatori tornino a spendere serenamente in un contesto di tassi d’interesse bassi e il prodotto interno lordo cresca.
Ma mentre la banca centrale ricorre ai suoi collaudati strumenti, nell’ombra si muove un eroe silenzioso che ha appreso un tipo di magia del tutto nuova: è l’intelligenza artificiale o IA. Queste macchine, che non necessitano dell’effetto stimolante della caffeina, lavorando incessantemente e presto potrebbero garantire all’economia e alle imprese anche il sostegno dell’intelligenza guidata dai dati, oltre a quello proveniente dal taglio dei tassi. Il trend digitale è inequivocabile: se nel 1985 un’impresa S&P 500 necessitava di otto collaboratori per generare una cifra d’affari di un milione, oggi ne bastano due. È chiaro che l’intelligenza artificiale aiuterà la nostra economia ad alleviare gli svantaggi dell’andamento demografico attualmente sfavorevole.
L’ipotesi che in futuro l’IA e l’economia procedano mano nella mano potrebbe stravolgere il quadro delle decisioni di politica monetaria. Forse un giorno saranno i robot a sedere sulle poltrone dei dirigenti delle banche centrali e a determinare il destino della politica monetaria. Chissà... Fino ad allora, però, a noi investitrici e investitori umani spetta l’affascinante compito di rallegrarci per i tagli dei tassi d’interesse, di investire di conseguenza e di sperare allo stesso tempo che l’economia torni a crescere.
Ma non preoccupatevi, care lettrici e cari lettori: l’intelligenza umana manterrà la sua ragione di esistere anche in un mondo futuro ancor più digitalizzato. Di conseguenza anche l’andamento economico del futuro dovrebbe essere costituito da un meraviglioso mix di caos umano e – speriamo – da un pizzico di umorismo!
Luca Carrozzo
CIO
Prospettive per l’economia nazionale
La crescita economica, rettificata per gli eventi sportivi, è stata dello 0,5% nel secondo trimestre, sostenuta dalle esportazioni dell’industria chimico-farmaceutica, mentre lo sviluppo dei restanti settori industriali è rimasto debole. La domanda interna è risultata modesta ma stabile. Anche a livello globale si è recentemente percepita un’accelerazione della congiuntura. Fa eccezione l’eurozona, dove hanno prevalso leggere tendenze al ribasso, che insieme al rafforzamento del franco hanno rallentato il dinamismo dell’economia svizzera delle esportazioni. Le aspettative relative al prodotto interno lordo restano invariate all’1,2%, pertanto sotto la media, per l’anno in corso e all’1,6% per il prossimo anno.
Serve ancora sensibilità da parte della politica monetaria
Ultimamente, in Svizzera l’inflazione è diminuita più del previsto. La sua diminuzione anche nei principali partner commerciali della Svizzera comporta una riduzione delle importazioni. Anche il rafforzamento della valuta nazionale ha frenato il rincaro. Nell’anno in corso la curva complessiva degli interessi è diminuita in Svizzera. Sono quindi improbabili ulteriori aumenti del tasso di interesse di riferimento ipotecario, pertanto il recente maggior contributo fornito dai prezzi degli affitti all’indice dei prezzi al consumo avrà probabilmente un effetto temporaneo. Quest’anno l’inflazione media dovrebbe aggirarsi attorno all’1,1% e probabilmente scenderà ulteriormente nel 2025. I prezzi dell’elettricità per le economie domestiche diminuiranno in media del 10% il prossimo anno e il franco svizzero, storicamente forte, potrebbe porre la BNS in futuro di fronte alla sfida di una diminuzione del rincaro più marcata di quanto auspicato, nonostante i tagli dei tassi di interesse già attuati. (muc)
Mercati
Semaforo verde per le borse
Dopo il consolidamento dei corsi azionari nel terzo trimestre, vi sono buone probabilità di un rally di fine anno nell’ultimo trimestre. In Europa e negli Stati Uniti proseguirà la discesa dei tassi d’interesse, la debolezza congiunturale quanto meno si stabilizzerà, l’incertezza legata alle elezioni presidenziali statunitensi scompare e gli utili delle imprese tornano a crescere. Questo quadro favorirà la crescita dei corsi azionari. Per questo gli investitori dovrebbero sfruttare qualsiasi flessione dei corsi per fare scorta di titoli di qualità, dato che il semaforo è tornato verde per le borse.
Azioni Svizzera
Sebbene secondo i dati SPI il mercato azionario svizzero sia rimasto nel complesso praticamente invariato nel terzo trimestre, a livello di titoli si è registrato un considerevole movimento. In particolare Nestlé ha perso circa l’8% a seguito dei deboli risultati semestrali, pregiudicando quindi una performance migliore. L’umore del mercato nei confronti di Nestlé e Roche, i due pesi massimi dell’indice, è troppo negativo, di conseguenza sussiste un potenziale di rialzo notevole. Tra le blue chip ci convincono inoltre Partners Group e tra i titoli a bassa capitalizzazione preferiamo Bachem, Adecco e Georg Fischer.
Azioni Europa
La BCE ha abbassato gli interessi dello 0,25%, senza tuttavia fornire previsioni sull’ulteriore andamento dei tassi. Prevedendo ulteriori tagli dei tassi d’interesse nei prossimi mesi, ci aspettiamo entrate di fondi nei mercati azionari e un corrispondente sviluppo positivo del mercato. Puntiamo sui titoli ciclici e sensibili ai tassi d’interesse, oltre che su titoli di qualità. Per gli investimenti in Europa è importante tenere conto dei rischi specifici di settore e Paese. Per l’Europa raccomandiamo Allianz, ASML e Schneider Electric. (wan)
Azioni USA
La riduzione del tasso guida da parte della Fed ha spinto il mercato azionario statunitense verso nuovi massimi dei corsi e resterà un fattore di propulsione dei mercati anche nei prossimi mesi. I membri del Comitato federale del mercato aperto, che decidono in materia di politica dei tassi di interesse, ipotizzano un tasso d’interesse del 3,4% entro la fine del 2025, ciò comporta altri 5-6 tagli dei tassi. A ciò si aggiunte la campagna elettorale negli Stati Uniti, che storicamente ha sempre influito positivamente sui mercati. Prevediamo un rialzo dei mercati e raccomandiamo i titoli Salesforce, Nike e Microsoft. (amm)
Obbligazioni
I mercati obbligazionari sono cresciuti significativamente nel terzo trimestre, a seguito della diminuzione dell’inflazione e quindi alla prospettiva di ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Anche la banca centrale statunitense ha completato la svolta dei tassi d’interesse nel terzo trimestre. A causa delle preoccupazioni congiunturali, all’inizio di agosto ci sono state leggere fluttuazioni dei premi per il rischio di credito sulle obbligazioni, ma gli scambi restano a un livello moderato rispetto agli standard storici. Nel contesto attuale e considerate le curve dei rendimenti piatte e in alcuni casi ancora invertite, riteniamo che i titoli di debito solidi con scadenze da 1 a 5 anni offrano tuttora il profilo di rischio/rendimento più interessante. (muc)
Autori:
Marc Ammann (amm), Roger Baumann (bae), Luca Carrozzo (cal), Carl Münzer (muc)