È di nuovo quel momento dell’anno in cui molti analisti consultano le loro «sfere di cristallo» per tentare di prevedere il futuro dei mercati finanziari. Dedicano tanto impegno a formulare previsioni per poi rendersi conto, l’anno successivo, che la maggior parte di esse erano sbagliate (e quelle corrette sono state azzeccate per puro caso). I lettori che mi seguono abitualmente sanno come la penso: è impossibile prevedere i corsi e determinare i probabili corsi di fine anno. Quello che invece è possibile, anche se difficile, è riconoscere le possibili tendenze dalle informazioni attualmente disponibili o almeno identificare chiaramente la tendenza primaria, che è particolarmente importante per gli investitori orientati al lungo termine, perché l’esposizione in valuta estera del portafoglio può influire in modo determinante sulla performance. Dal punto di vista degli investitori svizzeri, ne è un ottimo esempio la costante forza del franco svizzero: in questo caso la tendenza primaria è evidente. A seconda dell’andamento dei tassi di cambio possono risultare molto interessanti determinati investimenti in azioni estere; le opportunità di ingresso favorevoli non mancano.
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